Il primo utilizzo dei raggi UVC per combattere un virus risale al 1942 quando uno scienziato americano li utilizzò per combattere una epidemia tra i bambini di una classe. Si studiò che nelle classi senza lampade a raggi UVC l’epidemia superò il 50% di tasso di infezione.
Ad oggi, ricercatori delle sedi di Brera, Merate e Padova dell’istituto nazionale di astrofisica, in collaborazione con il Dipartimento di fisiopatologia medico-chirurgica e trapianti dell’Università di Milano, stanno sviluppando e sperimentando dispositivi a raggi UVC per la Sanificazione dell’aria e l’inattivazione del virus.
Il potere germicida della luce UVC su batteri e virus è ben noto, proprietà dovuta alla sua capacità di rompere i legami molecolari di DNA e RNA che costituiscono questi microorganismi. Diversi sistemi basati sulla luce UV-C sono già utilizzati per la Disinfezione di ambienti e superfici in ospedali e luoghi pubblici. Tuttavia, per quanto spesso questa tecnologia è richiamata pubblicamente a livello internazionale anche per la lotta alla diffusione della pandemia di COVID-19, una misura diretta della dose di raggi UVC necessaria per rendere innocuo il virus non era stata ancora effettuata.
I ricercatori hanno verificato che è sufficiente una dose molto piccola. Equivalente a quella erogata per qualche secondo da una lampada UVC posta a qualche centimetro dal bersaglio, per inattivare e inibire la riproduzione del virus. Con dosi così piccole è possibile attuare un’efficace strategia di disinfezione contro il Coronavirus e qualsiasi tipologia di virus.
I risultati degli studi
Il risultato ottenuto è molto importante anche al fine di validare uno studio parallelo, coordinato da INAF e Università degli Studi di Milano, per comprendere come i raggi UVC prodotti dal nostro Sole. Al variare delle stagioni possano incidere sulla pandemia, inattivando in ambienti aperti il virus, contenuto ad esempio nelle piccolissime gocce prodotte dalle persone quando si parla, tossisce o starnutisce.
Grazie a questi recenti studi, si è dimostrato come le macchine produttrici di raggi UVC possono essere usate in presenza di persone, in quanto i raggi UVC dannosi se a contatto diretto, sono installati attraverso delle specifiche lampade, all’interno di macchine attraverso le quali l’aria presente nei luoghi chiusi, viene fatta circolare in modo forzato per una corretta Sanificazione degli ambienti.
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