In questo approfondimento ci concentreremo sulla qualità dell’aria, su come misurare i parametri fondamentali e su come migliorarla.
Troppo spesso in case e uffici trascuriamo o non diamo il giusto peso ad un fattore di grande importanza e rilevanza: la qualità dell’aria. Si tratta di un parametro che è possibile misurare e che dovremmo controllare periodicamente. In questo approfondimento andremo a vedere proprio come misurare la qualità dell’aria in un ambiente.
Come misurare la qualità dell’aria: i parametri da tenere in considerazione
Sono diversi i parametri che bisogna prendere in considerazione per valutare e calcolare la qualità dell’aria all’interno di un ambiente. In particolar modo l’analisi tiene conto di:
ventilazione;
percentuale di umidità nell’aria;
concentrazione di CO2 e VOC, che sono due elementi inquinanti.
Per quanto riguarda la ventilazione, come abbiamo imparato durante i mesi duri dell’emergenza sanitaria da Covid-19, è importante procedere con un regolare ricambio d’aria. In una stanza di medie dimensioni è raccomandabile aprire le finestre ogni due ore. Questa semplice operazione garantisce un ricambio d’aria sufficiente. Ovviamente non è sempre possibile procedere con questa pratica. Pensiamo ad esempio ad ambienti senza finestre o allo spreco di energia che comporterebbe l’aprire le finestre in pieno inverno.
Se il problema della ventilazione è comunque facilmente superabile, quando parliamo di umidità dell’aria il discorso cambia. Anche in questo caso però abbiamo dei parametri precisi che possiamo tenere in considerazione. In base alle indicazioni del Ministero della Salute, in inverno la temperatura ideale di un ambiente dovrebbe attestarsi intorno ai 19/22 gradi con un tasso di umidità intorno al 50%, mentre d’estate la temperatura sale tra i 24 e i 26 gradi e il tasso di umidità (parlando ovviamente del tasso di umidità relativa) tra il 50 e il 60%.
Molti sottovalutano il pericolo dell’anidride carbonica associando il discorso esclusivamente alle emissioni di gas di scarico. Nulla di più sbagliato. Anche le persone, semplicemente respirando, producono anidride carbonica. Immaginate in un ufficio non ventilato a sufficienza come il livello di CO2 possa facilmente superare i parametri consigliati. Nelle scuole e negli uffici il limite massimo è di 1.500 ppm. Quando il valore supera questo livello raccomandato, la scarsa qualità dell’aria mette a repentaglio il benessere delle persone che si trovano all’interno dello spazio in questione.
In pochi conoscono invece i VOC. Si tratta di composti organici volatili, ossia composti organici che vengono immessi nell’aria da oggetti comuni come ad esempio il toner delle stampanti, tanto per fare un esempio.
Gli strumenti per la misurazione
Per misurare l’effettiva qualità dell’aria esistono diversi strumenti e kit che consentono di avere una panoramica completa in tempo reale. Esistono inoltre alcuni kit che consentono di effettuare una rilevazione fai-da-te da inviare poi in laboratorio. Il costo dell’analisi è poche centinaia di euro.
Il consiglio resta comunque quello di affidarsi periodicamente ad un’azienda specializzata che possa effettuare un’analisi approfondita e accurata e che sia in grado di proporre la miglior soluzione possibile per garantire una qualità dell’aria ottimale.