Le radiazioni UV-C sono state scientificamente testate come efficaci nell’inattivazione del SARS-CoV-2.
L’azione germicida della radiazione ultravioletta venne scoperta nel tardo ‘800. L’applicazione dei raggi UV per la sterilizzazione è stata una pratica accettata già dalla metà del ventesimo secolo ed è stata usata all’inizio in medicina per sterilizzare gli strumenti. L’utilizzo della luce ultravioletta per la disinfezione dell’acqua potabile risale al 1916 negli Stati Uniti e negli anni recenti il sistema UV ha trovato nuove importanti applicazioni nella sanificazione dell’aria.
La luce ultravioletta è una radiazione elettromagnetica con lunghezze d’onda inferiori a quelle della luce visibile all’occhio umano: lo spettro UV è suddiviso in tre bande:
UV-A (onda lunga) da 315 a 400 nm
UV-B (onde medie) da 280 a 315 nm
UV-C (onde corte) da 200 a 280 nm
La categoria corta (UV-C) è considerata “germicida”. I microorganismi hanno una scarsa protezione dall’UV e non possono sopravvivere ad un’esposizione prolungata alla lunghezza d’onda di 2537 Angstrom (254 nm) e quindi l’UV-C distrugge i legami molecolari del DNA dei microorganismi, producendo dimeri di timina nel loro DNA e distruggendoli, rendendoli inoffensivi o impedendone la crescita e la riproduzione.
Un sistema di sanificazione basato sull’effetto dei raggi UV-C è progettato o per esporre ambienti come contenitori di acqua e stanze chiuse ai raggi UV o per trattare l’aria tramite un sistema di ricircolo protetto. Il trattamento germicida viene effettuato dalle lampade che emettono la radiazione germicida UV alla corretta lunghezza d’onda, che irradia l’ambiente o tratta l’aria con la quale viene a contatto.
L’utilizzo di dispositivi UV richiede misure di sicurezza in quanto l’esposizione della pelle alle lunghezze d’onda germicide della luce UV possono produrre ustioni e l’esposizione degli occhi a questa radiazione può causare infiammazioni molto dolorose della cornea, della retina e problemi alla vista temporanei o permanenti.
Tali misure di sicurezza possono essere di vario tipo: avvisi, blocchi meccanici all’accesso agli ambienti durante il trattamento, interruzione dell’erogazione elettrica in caso di non corretto utilizzo o alternativamente le lampade germicide vengono installate in dispositivi ove queste risiedono in zone non visibili all’uomo ma dove l’aria può circolare ed essere trattata.
Un altro potenziale pericolo è la produzione di ozono. La luce UVC del sole è in parte responsabile dello strato di ozono nella stratosfera terrestre e La United States Environmental Protection Agency ha stabilito che 0,05 parti per milione di ozono possono essere considerate un livello sicuro. Le lampade per la realizzazione di UVC e frequenze più alte sono realizzate in modo tale che qualsiasi luce al di sotto dei 254 nm non venga prodotta, cosicché l’ozono non è prodotto.
Effetti testati
UV-C irradiation is highly effective in inactivating SARS-CoV-2 replication